Coronavirus e clima, una risposta subito

di Diego Gavagnin

In significativa coincidenza con il decennale di avvio della prima stazione di servizio a GNL d’Italia, Villafalletto, Cuneo, ad opera dell’impresa Vanzetti con la collaborazione di CPL Concordia, arriverà a giorni il primo rifornimento di GNL da nave a nave nel porto di La Spezia.

Nonostante la pandemia, sono confermati gli investimenti in nuove navi a GNL da parte degli armatori italiani (e mondiali), in arrivo la nave cisterna che provvederà ai rifornimenti negli scali di Venezia e del Nord Adriatico.

Il rigassificatore OLT ha avuto l’ok per poter rifornire le navi cisterna di GNL, mentre proseguono i lavori dei depositi costieri di Ravenna e quello di Santa Giusta-Oristano, che sta scontando qualche ritardo per l’epidemia.

Nel trasporto pubblico locale cresce l’uso degli autobus a GNL e l’interesse delle autorità ragionali a seguire l’esempio dell’Emilia Romagna. Prosegue l’apertura di nuove stazioni di servizio e presto supereremo il traguardo dei cento impianti.

Nel trasporto terrestre si conferma la leadership italiana in Europa, nonostante la forte rincorsa della Germania, anche se aumenta la frattura tra il Centro-Nord e il Sud. L’Ente italiano di certificazione ferroviaria ha avuto la prima richiesta e sta lavorando per le locomotive a GNL.

Importantissimo il segnale che viene dall’apertura della prima stazione di GNL in Sicilia, e le aziende locali di trasporto stanno comprando a decine camion a metano liquido, anche se per ora prevalentemente destinati alle rotte padane ed europee.

Edison ha confermato gli investimenti per i depositi costieri di Napoli e Brindisi, sia pure con qualche difficoltà di localizzazione per quest’ultimo. Questi impianti assolveranno una missione fondamentale: riportare il Mezzogiorno in Italia, oggi sostanzialmente escluso dall’uso diffuso del GNL di piccola taglia.

Ma il segnale più importante che viene da questa filiera industriale, sempre più solida ed economicamente sostenibile, sono gli investimenti in corso per la produzione di bioGNL, il cui uso abbatterà quasi completamente i pur ridotti impatti climalteranti del GNL fossile.

L’Italia può contare su un potenziale di produzione di bioGNL intorno ai 16 milioni di metri cubi, che se destinati ai trasporti terrestri pesanti e marittimi permetteranno a questi settori, altamente impattanti su ambiente e clima, di rientrare negli obiettivi stringenti che l’Unione Europea sta decidendo per il 2030. L’Europa associa sempre più fermamente il superamento della crisi economica e sociale dovuta all’epidemia del coronavirus alla transizione energetica. Fare dell’Europa il punto di riferimento del rilancio industriale mondiale a impatto climatico neutro trova già nella filiera del GNL e del bioGNL di piccola taglia una prima risposta immediatamente disponibile.