L’inaugurazione del primo deposito costiero per il rifornimento primario di GNL small scale nell’Italia continentale, avvenuto pochi giorni fa nel porto di Ravenna, segna il superamento del principale limite che ha condizionato lo sviluppo degli usi diretti del gas naturale liquido nel nostro Paese. Ritardato soprattutto per le stazioni di servizio nel mezzogiorno: 64% gli impianti al Nord, più vicini ai depositi esteri, 25% al Centro, solo 11% al Sud, secondo i dati di Ref-E, che analizza il mercato ogni sei mesi.
Realizzato con un investimento di circa 100 milioni di euro, l’impianto DIG (sigla di Depositi Italiani GNL) è partecipato al 51% dall’italiana Petrolifera Italo Rumena (PIR), al 30% da Edison e al 19% da Scale Gas, controllata della spagnola Enagás, ed ha una capacità di stoccaggio di 20.000 metri cubi di GNL e di movimentazione annua di oltre 1 milione di metri cubi. Potrà alimentare fino a 12.000 camion e 48 traghetti all’anno. Durante il suo esercizio consentirà di evitare l’emissione di 6 milioni di tonnellate di CO2 e di azzerare quelle di particolato e di ossidi di zolfo. Significativa la presenza a Ravenna, storico hub dell’industria nazionale del gas naturale.
DIG gestirà l’impianto, Edison si occuperà dell’approvvigionamento del deposito tramite la Ravenna Knutsen, la più grande delle navi cisterna di GNL di piccola taglia (30.000 metri cubi) dotata di grande flessibilità operativa, realizzata dall’armatore norvegese Knutsen OAS Shipping e affittata con un contratto di lungo periodo. L’approvvigionamento del GNL presso il deposito del rigassificatore nel porto di Barcellona è garantito da Enagas che gestisce l’impianto.
Il GNL stoccato nel deposito sarà venduto a terzi per il 15% da DIG, mentre Edison disporrà dell’85% da destinare agli usi finali, come operatore integrato dall’approvvigionamento del GNL alla sua vendita. In questo modo, Edison completa la prima catena logistica integrata in Italia, in concorrenza con gli approvvigionamenti via terra con autobotti soprattutto da Marsiglia e in quota molto minore da Barcellona e dal Nord Europa. Da segnalare che le autobotti che operano in Italia possono trasportare circa il 5% in più di GNL rispetto a quelle che operano dalla Francia.
La realizzazione del deposito costiero è stata affidata all’ingegneria di Edison che, nonostante la situazione pandemica determinata dal Covid-19, ha consegnato l’impianto nei 28 mesi previsti dalla tabella di marcia del cantiere. Nella fase di costruzione l’impianto ha visto il coinvolgimento di 60 imprese fornitrici locali, oltre 200 operai e 80 ingegneri che hanno disegnato e seguito l’esecuzione di tutti gli elementi del terminale. Per la sua realizzazione sono stati impiegati 30.000 metri cubi di calcestruzzo, 600 tonnellate di acciaio e il terreno è stato consolidato attraverso 2.200 pali in ghiaia e 180 pali in calcestruzzo armato di oltre un metro di diametro e profondi 45 metri.
Enagás, tra le più esperte società europee nella trattamento del GNL, ha supportato Edison e DIG nella fase di avvio della messa in esercizio di questo loro primo impianto. Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romagna, Marcelino Oreja, amministratore delegato di Enagás, Guido Ottolenghi, amministratore delegato PIR e Nicola Monti, amministratore delegato di Edison, che ha ricordato gli altri progetti di depositi costieri - a Santa Giusta-Oristano, Brindisi e Napoli - di cui è in corso l’iter autorizzativo.
Fonte: Edison