di Diego Gavagnin
Il gas naturale e il GNL sembrano scomparsi dai radar politici europei e dei governi nazionali. Solo un anno fa, lo sviluppo del sistema europeo del gas naturale era ritenuto essenziale per la chiusura delle miniere e delle centrali elettriche a carbone e petrolio, tecnicamente immediatamente possibile.
Adesso l’attenzione è tutta spostata dall'oggi al domani e al dopodomani, per fonti energetiche alternative di ancora minore impatto ambientale, come l’idrogeno. Di quest’ultimo è prevista la penetrazione nei sistemi energetici e nei trasporti con una quota significativa nel 2050 (circa il 6% in Europa e 23% in Italia, a seconda degli studi).
Nondimeno, lo sviluppo scientifico e tecnologico per l’uso diffuso dell’idrogeno “green”, prodotto con i surplus di elettricità da fonte rinnovabile e l’elettrolisi dell’acqua, rappresenta un’opportunità che va perseguita fino in fondo. Grande l’attenzione ai fondi pubblici previsti dal programma Next Generation UE, di 750 miliardi di euro.
Intanto lo Small Scale GNL prosegue la sua marcia con sempre maggiori traguardi, sviluppi tecnologici e soluzioni innovative, di cui la nostra newsletter cerca di dare conto. Lo sviluppo degli usi diretti del GNL non ha mai suscitato – a nostro avviso – adeguato interesse se non nella stampa specializzata, pur essendo in questo momento il principale protagonista della “transizione energetica”.
Se ne parla poco, nonostante gli investimenti nello small scale siano ormai di miliardi di dollari l’anno e che il GNL nel suo complesso abbia superato per consumo il gas naturale trasportato nei gasdotti. Caratteristica dello small scale è l’essere caratterizzato da investimenti diffusi, di relativamente piccola dimensione unitaria, che non richiedono grandi finanziamenti decisi dalla politica.
Pesa poi sul gas naturale l’essere “fossile”, anche se può - pure questo da subito - essere integrato e sostituito negli usi più eco-efficienti dal bio-metano e soprattutto dal bio-small scale GNL, a impatto climatico neutro, prodotti con i rifiuti organici civili, industriali e agricoli.
Del gas naturale non si può fare a meno, come minimo fino al 2050 se non oltre. Se lo useremo almeno per altri 25 anni è bene farlo al meglio, ma sembra non ci sia più fretta. Non si vedono, a livello di UE e dell’Italia, iniziative strategiche o interesse ad affrontare l’argomento, nonostante l’Europa sia il continente che ne consuma e ne importa di più.
Le proposte di revisione delle Direttive europee sul mercato del gas naturale sono attese per il prossimo anno, mentre in ambito comunitario si stenta ad affrontare il tema delle emissioni del metano, climalteranti ma contenibili. Anche del dibattito in corso a Bruxelles sulla DAFI, la Direttiva per le infrastrutture dei combustibili alternativi al petrolio, di cui ConferenzaGNL si è occupata nei webinar d’inizio estate, non si parla più.
La “Emission Methane Strategy” della Commissione per la riduzione delle emissioni, è silenziosamente entro l’anno, e dovrebbe contemplare anche la necessità di non penalizzare importatori e consumatori europei, con meccanismi capaci di indurre comportamenti “virtuosi” anche nei paesi esportatori.
L’Italia importa più del 90% del gas che consuma; ridurre le nostre emissioni, già limitate, mentre intorno a noi altri paesi, molto più emissivi, non riducono le loro, non ha molto senso, ma è quanto avviene già con la CO2 “contenuta” nei prodotti che importiamo da Paesi meno attenti all'ambiente degli europei.
La distrazione sulla filiera del gas naturale e del GNL trascura anche un altro rilevante aspetto, rappresentato dal ruolo precursore e facilitatore dei “sistemi gas” evoluti per lo sviluppo dell’uso diffuso dell’idrogeno come combustibile, sia che si vada verso il suo trasporto con autobotti e navi cisterna, come oggi per lo small scale GNL, o con i gasdotti.
L’evoluzione del GNL da fossile a rinnovabile e la relazione con gli usi diretti del metano liquido e dell’idrogeno saranno due dei temi principali della prossima sesta Conferenza Internazionale ed Expo, l’evento biennale internazionale di riferimento del settore per l’Europa e l’area mediterranea (Bologna 5-7 maggio 2021).