Quest’anno si parlerà probabilmente molto più di Italia che di estero, nella “The Small Scale LNG Use, Euro-Mediterranean Conference & Expo” (Napoli, Mostra d’oltremare 15-16 maggio 2019), la prima e unica manifestazione internazionale dedicata esclusivamente allo Small Scale LNG in tutti i suoi usi finali.
Sarà merito delle eccezionali prospettive del settore, con investimenti sestuplicati in due anni (da 300 milioni del 2017 agli attuali un miliardo e 800 milioni), ma non solo. Il mondo del gas naturale nazionale, dopo decenni di routine, è entrato in un’inaspettata fase di effervescenza scientifica e tecnologica, che la conferenza di Napoli si ripromette di far emergere.
Aziende piccole e grandi, pubbliche e private, investono e s’impegnano per rendere sempre più “green” il gas naturale fossile, il cui sviluppo, dalla seconda metà dello scorso secolo, ha tanto contribuito alla crescita industriale e socio-economica del Paese. L’Italia si è così dotata di importanti infrastrutture cui non si può rinunciare con facilità, anche perché potrebbero diventare dei costi non recuperabili.
Punto di partenza le già eccezionali qualità ambientali del gas naturale che usiamo oggi e che, non va dimenticato, a differenza del carbone e dei derivati del petrolio non emette polveri sottili né ossidi di zolfo, e riduce significativamente anche le emissioni di CO2 e ossidi di azoto.
Questi i filoni di ricerca e sviluppo su cui si sta lavorando:
Biometano: prodotto utilizzando tutte le biomasse e i reflui possibili, con il risultato positivo di dare un prezzo anche ai rifiuti organici urbani, valorizzando così la raccolta differenziata nell’ambito dell’”economia circolare”;
Metanazione: produzione di metano sintetico con la miscelazione di idrogeno (ottenuto per idrolisi dal surplus delle produzioni elettriche rinnovabili) e anidride carbonica (con il vantaggio di sottrarla all’ambiente e favorire la decarbonizzazione);
Ossicombustione: miscela di metano e ossigeno liquidi, potente propellente per i missili di cui permette il riuso delle camere di combustione, che potrebbe trovare applicazioni anche in altri settori;
Idrometano: miscelazione di idrogeno (ottenuto come sopra) e metano che abbatte le pur ridotte emissioni climalteranti del gas naturale distribuito con i gasdotti.
Tutti questi “nuovi” combustibili possono essere liquefatti e utilizzati da subito nei trasporti più inquinanti, come quelli marittimi e pesanti terrestri. Si può iniziare miscelandoli con il gas naturale che arriva dai gasdotti e in prospettiva sostituirlo completamente, arrivando quindi a impatto ambientale nullo.
Se obiettivo della transizione energetica è l’uso progressivo di combustibili e vettori energetici con le minori emissioni possibili, il gas naturale rinnovabile per i trasporti può competere con altre soluzioni, come il vettore elettrico, soprattutto se nell'analisi ambientale si tiene conto di tutte le emissioni “dal pozzo alla ruota”, e non solo “dal serbatoio alla ruota”, come conviene a chi produce l’elettricità con il carbone.