Una recente inchiesta della rivista on line specializzata nel settore spaziale Austronautinews, illustra le strategie della francese Ariane e ESA, l’Agenzia spaziale europea, per l’uso del GNL in sostituzione dell’idrogeno nei nuovi motori della serie “Prometheus”.
Ariane si affianca così all’italiana Avio Aerospazio e alle statunitensi Space X di Elon Musk e Blue Origin di Jeff Bezos, nell’uso del metano liquido come combustibile e ossigeno liquido come comburente. L’uso del metano permette il riuso dei vettori spaziali, riducendo significativamente i costi di ogni missione.
Come riporta la rivista, Ariane Next è il nome della nuova famiglia di lanciatori riutilizzabili, basati sul nuovo propulsore Prometheus (Precursor Reusable Oxygen METHane cost Effective propUlsion System) nato dalla collaborazione dell’agenzia spaziale francese CNES con Ariane Group.
Prometheus nel 2016 è entrato nel programma di sviluppo dei nuovi lanciatori (FLPP) dell’agenzia spaziale europea ESA, con Germania, Italia, Belgio, Svezia e Svizzera che si uniscono alla Francia per la realizzazione.
L’obiettivo finale di Ariane Next è il costo: ogni unità non dovrà costare più di 1 milione di euro (contando una produzione di 50 unità all’anno), con un risparmio di 10 volte rispetto all’attuale propulsore “Vulcain 2” utilizzato sul primo stadio dell’Ariane 5.
L’uso del metano liquido in sostituzione dell’idrogeno liquido comporta una piccola diminuzione della potenza di spinta, ma consente una notevole semplificazione dell’architettura globale e una riduzione del numero di componenti.
La potenza sviluppata massima del nuovo motore sarà di 100 tonnellate (1000 kN), con la possibilità di regolare la spinta tra il 30% e 110%, il che offre una notevole capacità di controllo in base alle necessità. È progettato per poter essere utilizzato sia sul primo sia sul secondo stadio e, avendo la capacità di essere riavviato più volte, potrà essere utilizzato anche sugli stadi superiori.
Il progetto sta avanzando molto velocemente e attualmente è sottoposto alla “Manufacturing Readiness Reviews”, la revisione che darà il via alla realizzazione dei componenti finali. Negli ultimi due anni, a scopo dimostrativo e per poter condurre test meccanici, sono state prodotte molte parti utilizzando la stampa 3D.
Entro la fine dell’anno il primo propulsore completo sarà pronto per iniziare i test di accensione a Lampoldshausen in Germania (già superati da Avio Aerospazio in USA).
Fonte: Astronautinews.com