ANIGAS: per le reti della Sardegna equiparare l’alimentazione con GNL a quella con i gasdotti.
Intervista a Luciano Buscaglione - direttore generale Anigas - in vista della sua partecipazione al 4°Convegno Isola dell'Energia "Sardegna leader del GNL nel Mediterraneo" del 12 e 13 aprile a Cagliari. PROGRAMMA
Con l’arrivo del metano e considerate le caratteristiche locali, il servizio di distribuzione a rete in Sardegna potrà raggiungere i livelli del resto del Paese?
Il livello di metanizzazione in Italia è molto alto, siamo il secondo Paese in Europa: il metano arriva in oltre 7.000 comuni, a servizio di circa l’82% delle famiglie italiane. Il gas naturale è la fonte d’energia primaria più utilizzata dagli italiani: questo risultato è riconducibile a un mix di fattori, quali la flessibilità di utilizzo, la sicurezza e la continuità della fornitura, il basso impatto ambientale, nonché la capillarità delle infrastrutture realizzate.
Ci auguriamo che anche in Sardegna il metano possa diffondersi ampiamente tra abitazioni, uffici, industrie, negozi e ospedali. Occorre tuttavia mettere in conto che per fare i necessari investimenti infrastrutturali serve anche la ragionevole certezza della richiesta e dell’utilizzo del servizio da parte del tessuto sociale ed industriale locale. Viene infatti sempre svolta un'analisi costi-benefici. Parallelamente, è necessario che sia definito quanto prima un quadro di riferimento certo e chiaro relativo al trattamento tecnico-economico delle infrastrutture di rete che saranno realizzate nella Regione.
Anigas ha elaborato un modello di riferimento da applicare alle reti alimentate con autocisterne di GNL, realtà che sul continente è già stata realizzata in zone montane isolate e industrie off-grid – in quanto non economicamente allacciabili al sistema dei metanodotti gas - e che in Sardegna potrebbe fungere da volano per la metanizzazione, garantendo un accesso paritario - in termini economici - al vettore energetico gas da parte di tutti i soggetti che oggi non sono raggiunti dalle reti di distribuzione locali e di trasporto nazionali.
Quali i maggiori ostacoli da superare? E quali le opportunità per un mercato che nasce ex novo ma con una storia nazionale così importante alle spalle?
I principali ostacoli che la realizzazione di nuove infrastrutture incontra sono legati al consenso politico e all’iter di autorizzazione, che può subire ritardi a causa di opposizioni di vario tipo, anche a seguito della sindrome nimby (“non nel mio giardino”) ormai diffusa contro le opere infrastrutturali. Ma non è detto che tali opere non trovino un diverso tipo di coinvolgimento delle popolazioni locali.
Nello specifico della Sardegna, non posso escludere che ci saranno problemi tecnici legati alla particolare orografia e alla relativa distribuzione dei centri abitati e delle industrie, alle quali tuttavia la metanizzazione potrebbe dare impulso, allineando i prezzi dell’energia a quelli del continente e aumentando la competitività delle produzioni locali.
Le opportunità, infatti, sono in primo luogo riconducibili alla riduzione del costo delle forniture di energia per i cittadini, le imprese sarde e le comunità locali, nonché all’occupazione per la realizzazione e poi gestione delle nuove infrastrutture di rete. Lo sviluppo della metanizzazione tramite il GNL potrebbe anche usufruire della “finestra” di prezzi competitivi del GNL attesi in diminuzione fino al 2024-2025. Questo in sinergia con le previsioni di utilizzo del GNL per i trasporti marittimi, secondo quanto previsto dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN) che prevede la definizione di un’area SECA nelle acque territoriali sarde, ovvero di limiti delle emissioni di zolfo al fine di ridurre il carico ambientale del traffico marittimo.
L’arrivo del gas naturale migliorerebbe la sicurezza dell’approvvigionamento e delle forniture, contribuendo alla decarbonizzazione del sistema energetico sardo. Il gas naturale, infatti, rappresenta una fonte energetica tra quelle a più basso impatto ambientale e in prospettiva risulta anche molto ben integrabile (ad esempio dal punto di vista della gestione logistica) con altre forme di metano prodotto da fonti rinnovabili, come il biometano e il gas di sintesi prodotto da processi di “power to gas” che sfruttano energia da fonti rinnovabili. Un sistema che favorisca l’impiego del gas naturale/GNL anche a mezzo rete può pertanto contribuire alla diffusione e integrazione di queste nuove fonti nel sistema energetico sardo.
La produzione di biometano in tali aree potrebbe inoltre inserirsi e integrarsi nel sistema logistico del GNL portando benefici in termini di riduzione dei costi di trasporto dello stesso GNL destinato alle reti, nonché favorire la crescita economica di molteplici settori, in primo luogo quello dell’uso del metano per i trasporti su strada.
Le reti cittadine sarde, almeno all’inizio, saranno alimentate con autocisterne di GNL, c’è abbastanza esperienza? Cosa cambia rispetto al sistema basato sui gasdotti?
Il GNL è gas naturale liquefatto a -162° - chimicamente e fisicamente identico al gas naturale che già oggi viene consumato nel 90% dei comuni italiani – il quale viene poi ri-trasformato, dopo un processo appunto di ri-gassificazione.
L’industria del GNL ha una lunga storia e un’esperienza consolidata: l’utilizzo del GNL tramite autobotti si è diffuso nel corso dell’ultimo decennio beneficiando dei miglioramenti tecnologici (miniaturizzazione delle tecnologie in uso da oltre 50 anni negli impianti “LNG large scale”) e dell’abbondanza della materia prima a seguito della cosiddetta rivoluzione dello shale gas americana, che ha provocato una riduzione generalizzata dei prezzi del GNL e un aumento del suo utilizzo. E questo sempre nel rispetto dei massimi standard di sicurezza.
Posta l’uguaglianza della molecola chimico-fisica oggetto di distribuzione, ovvero che il GNL una volta rigassificato diventa esattamente gas naturale, secondo Anigas il trattamento da applicare alle reti alimentate a gas naturale derivante da GNL rigassificato dovrebbe ricalcare quello già definito per il servizio di distribuzione e vendita del gas naturale basato su gasdotti, applicato sul continente italiano: dovrà essere previsto un regime concessorio, tariffario e commerciale equivalente a quello definito per il servizio di distribuzione e vendita del metano sul continente.
Solo il rispetto di queste condizioni può infatti garantire un accesso paritario - in termini economici - al vettore energetico gas da parte di tutti i soggetti che oggi non sono raggiunti dalla reti di distribuzione locali e di trasporto nazionali.
Per quanto riguarda il regime concessorio, le reti di distribuzione alimentate a GNL esistenti o da realizzare andranno inserite negli ambiti territoriali minimi della distribuzione di gas naturale e assoggettate alla disciplina di rango primario in tema di gare d'ATEM (Ambiti Territoriali Minimi). Conseguentemente, le tariffe di distribuzione da applicare ai clienti finali allacciati a tali reti saranno quelle approvate dall'Autorità per il macro ambito tariffario di appartenenza, in analogia al resto d’Italia.
Anche gli aspetti commerciali relativi alla vendita del gas naturale distribuito per mezzo delle reti alimentate a GNL dovranno essere definiti secondo condizioni omogenee alla vendita di gas naturale: ciò affinché i cittadini e le imprese sarde abbiano condizioni economiche analoghe a quelle del resto d’Italia, beneficiando di una pluralità di offerte e dei vantaggi che la concorrenza nel settore ha dispiegato negli anni. Al contempo le società di vendita avranno modo e facoltà, in regime di concorrenza e di libero mercato, di proporre condizioni economiche, servizi aggiuntivi e soluzioni innovative.
Ma perché ciò si realizzi, è necessario ed essenziale prevedere quanto prima un quadro di riferimento certo e chiaro, in cui le reti (discrete o interconnesse) alimentate a GNL siano equiparate per tutti gli aspetti (concessori, regolatori, tecnici e commerciali) alle reti di gas naturale.