Nonostante tutto si accelera, ma non al Sud.

La IV edizione della biennale ConferenzaGNL e la II FieraGNL, svoltesi nel maggio 2017 a Napoli, avevano come titolo: “Small Scale to Large Market” (Piccola scala per un grande mercato). Alcuni storsero il naso, sembrava un’indicazione troppo ottimista. Adesso fa piacere segnalare ai lettori della NewsletterGNL un report di PWC (vedi report) dal titolo “Small going big. Why small-scale LNG may be the next big wave” (Il piccolo diventa grande. Perché il GNL di piccola taglia può essere la prossima grande ondata). Ovviamente, rileva lo studio, questo mercato è ancora piccolo, ma la domanda cresce rapidamente. Ed è così anche in Italia, come sarà documentato presto dal nuovo rapporto annuale REF-E per gli usi diretti del GNL nel 2017.

Però i dubbiosi non avevano tutti i torti. Basta dare un’occhiata alla piantina del report PWC allegata a questa nota. Lungo le coste europee si nota una serie abbastanza ordinata di punti di approvvigionamento del GNL, tutti in grado di fornire il liquido almeno ai camion; alcuni possono già rifornire anche le navi e gli isocontainer su ferrovia e quasi tutti gli altri si stanno attrezzando per farlo. In Italia il deserto, come nei Balcani. Il sistema nazionale, salvo eccezioni, dipende dal rigassificatore di Marsiglia, situazione molto rischiosa sia per la sicurezza degli approvvigionamenti, sia per il loro prezzo. Eppure, ripetiamo, stiamo anche noi accelerando. Lo si deve ai medi e piccoli imprenditori che con coraggio investono nei punti di consumo stradali, nella logistica e nelle trasformazioni industriali (in un Paese che ancora permette l’uso dell’olio combustibile!) e la maggioranza senza sussidi pubblici.

La vera tragedia è che ogni passo in avanti aumenta la divaricazione tra Centro-Nord e Sud del Paese. Anche qui coraggiosissime eccezioni, in terra e a mare, che però non possono fare sistema. Eppure, a quanto ci dicono, la crescita globale del settore sta riducendo i costi delle tecnologie e produrre GNL da gasdotto o da giacimento (con il freddo o la compressione) potrebbe avere ormai al Sud prezzi simili alle forniture via autobotte (e senza aspettare il decreto incentivante biometano – bioGNL). Un’azienda sta già investendo a Salerno.

Inoltre il GNL da gasdotto e da giacimento si può produrre a prezzi ancora più bassi dove il gas naturale già viene compresso, come nelle centrali di spinta dei gasdotti in Sicilia, Calabria e a salire lungo la Penisola. La SNAM che gestisce questi impianti non ha alcun interesse, perché le è vietato produrre e vendere gas. La soluzione però è piuttosto semplice, basta mettere a gara i lavori presso le centrali di compressione e vedere chi offre di più per farli. E c’è un importantissimo precedente, la gara pubblica avviata dall’Autorità portuale per il deposito di GNL nel porto di Napoli.