E’ iniziata questa settimana a Molveno la distribuzione di metano in rete grazie alla tecnologia del gas naturale liquefatto (GNL) rifornito con autobotti. Il Comune trentino è il primo in Italia, dei circa 1300 nelle stesse condizioni di isolamento dai gasdotti nazionali, a ricorrere al GNL per fornire energia e calore alle famiglie, alle attività commerciali e turistiche e all’edilizia pubblica, incluse scuole e infrastrutture sportive come le piscine.
L’impianto e la rete sono stati realizzati dalla principale azienda energetica locale, Dolomiti Energia, tramite la propria controllata Dolomiti GNL. Questa soluzione offre numerosi vantaggi sia in termini di risparmio energetico che di benefici per l’ambiente. Il GNL è il più ecologico e pulito dei combustibili fossili: abbatte del 30% le emissioni di anidride carbonica, dell’80% l’anidride solforosa e del 99% l’inquinamento da ossidi di azoto, oltre a non produrre polveri sottili.
Inoltre avere un unico impianto fuori dal centro abitato anziché tanti piccoli serbatoi di Gpl o bombole domestiche, consente di ottimizzare il rendimento e l’efficienza energetica, ma soprattutto di garantire alti standard in termini di sicurezza. L’impianto dispone infatti di moderni sistemi per il controllo 24 ore su 24, con una la sorveglianza continua in loco e a distanza.
A questo si aggiungono i vantaggi economici: il prezzo del GNL è competitivo e più costante nel tempo rispetto al prezzo di altri combustibili come gasolio o Gpl, nonostante sia necessario rifornirsi all’estero a grandi distanze, come Marsiglia in Francia o Zeebrugge in Belgio. Quando il GNL sarà disponibile anche in grandi depositi italiani il prezzo potrà scendere ulteriormente.
L’impianto di Molveno, che richiede solo un’autorizzazione comunale, è costituito da un serbatoio di 80 metri cubi di GNL (equivalenti a 56.000 mc di gas naturale alla pressione in rete di 2,4 bar), una rete di distribuzione di 4 chilometri e 400 metri, con una capacità di erogazione di 2.500 mc/ora. Completa l’impianto un sistema che riporta il gas naturale dallo stato liquido, a meno 161 gradi, a quello gassoso per l’immissione in rete.
Il cantiere è durato un anno e l’investimento complessivo è stato di 1,7 milioni di euro, finanziato completamente dalla società energetica. Da notare che l’impianto è anche dotato della necessaria flessibilità, quando sarà a regime, per far fronte alle esigenze dei circa 1000 abitanti stabili che diventano oltre 4.500 nelle stagioni turistiche. La caratteristica dell’impianto di Molveno è di essere multiutenza, a differenza di altri impianti come quello in funzione nella località di Marilleva, sempre nel Trentino, che alimenta solo infrastrutture turistiche.
La realizzazione della nuova rete di distribuzione del gas ha permesso anche la posa, per la stessa lunghezza e a costi vantaggiosi, della fibra ottica per i servizi di telecomunicazioni.
Dolomiti GNL ha dichiarato di avere discussioni in corso con altri 5 comuni trentini che potrebbero essere interessati a soluzioni analoghe e di essere attiva anche in Sardegna (in collaborazione con la locale IVI Energia), l’unica regione italiana non ancora metanizzata ma che lo sarà presto con la tecnologia del GNL.
All’inaugurazione dell’impianto di Molveno, lo scorso 30 gennaio, hanno partecipato il Vice Presidente della Regione Lorenzo Ossana, l’Assessore Provinciale alla coesione territoriale e urbanistica Carlo Daldoss, il Sindaco di Molveno Luigi Nicolussi oltre ai vertici del Gruppo Dolomiti Energia.
“Fin dall’inizio di questo progetto – ha dichiarato Stefano Quaglino, Presidente di Dolomiti GNL - ci siamo posti come obiettivi l’ecosostenibilità e l’efficienza tecnologica per garantire anche in Trentino la disponibilità di soluzioni energetiche allineate alle migliori esperienze europee. La realizzazione di questo nuovo impianto rappresenta una tappa importante di un progetto più ampio, che è quello di sviluppare un’offerta gas alternativa anche per quelle utenze collettive civili o industriali che non posso godere dei vantaggi del gas metano e che ad oggi sono costrette a doversi approvvigionare autonomamente con altre fonti energetiche a volte più pericolose, più dispendiose o maggiormente impattanti dal punto di vista ambientale.”