Abbiamo intervistato Emanuele Gesù, Head of Small scale LNG di Snam, in vista della partecipazione alla quinta Conferenza Internazionale sugli usi diretti del GNL promosso da ConferenzaGNL® e in programma a Napoli il 15 e 16 maggio.
L’ingresso di Snam nella liquefazione è una diversificazione tra altre o un impegno strategico di lungo periodo?
Si tratta naturalmente di un impegno strategico di lungo periodo. In questa prima fase, in cui la domanda del mercato è ancora relativamente bassa, puntiamo soprattutto a dare impulso alla diffusione della mobilità sostenibile a gas liquefatto, favorendo l’aumento del numero di camion a GNL in circolazione e agevolando lo sviluppo del trasporto a basse emissioni anche nell'Italia meridionale, dove finora è stato frenato dalla complessità e dai costi della logistica di approvvigionamento.
La micro-liquefazione può ovviare a tale problema, essendo gli impianti collocabili in qualsiasi area d’Italia seguendo la pipeline Snam di alta pressione. In prospettiva, sempre grazie alla micro-liquefazione, il GNL potrà supportare anche i trasporti via treno e via mare, in particolare consentendo di sviluppare attività di bunkeraggio truck-to-ship per piccole navi del trasporto pubblico e ai traghetti che collegano i principali porti italiani.
In questa strategia che ruolo ha il bio-GNL?
Il bio-GNL è assolutamente parte integrante della strategia. Si tratta infatti dell’unico combustibile rinnovabile, a zero emissioni di CO2, disponibile per il trasporto pesante, marittimo e ferroviario. E gli impianti di micro-liquefazione sono le uniche infrastrutture in grado di produrre bio-GNL italiano, ricavandolo dal biometano prodotto sul territorio nazionale, a differenza di tutte le altre modalità di import (uso dell’attuale logistica da hub europei e logistica dei depositi costieri).
Attraverso l’acquisizione di IES Biogas, tra le principali aziende italiane nella realizzazione di impianti di biogas e biometano sul territorio nazionale e all’estero, e accordi di filiera come quello da poco firmato con Confagricoltura, CIB, Eni, FPT Industrial, IVECO e New Holland, stiamo lavorando per guidare la transizione energetica anche attraverso il gas rinnovabile. Il biometano non solo è 100% rinnovabile, perché prodotto da rifiuti urbani o agricoli, ma è anche flessibile, programmabile ed efficiente, potendo sfruttare infrastrutture gas esistenti.
Il GNL può avere un ruolo sia come stoccaggio di energia sia come combustibile alternativo nei trasporti. Nella transizione energetica che aspetto prevarrà?
Fatte le debite proporzioni fra GNL Small scale e “convenzionale” (stoccaggio energetico da rigassificare per immissione in rete), riteniamo che il gas liquefatto vivrà una crescita in entrambi i mercati, rendendosi protagonista della transizione energetica. L’utilizzo di GNL per servizi Small scale avrà in tutto il mondo una crescita a doppia cifra, vista anche la fase di pieno sviluppo in cui si trova. Secondo i dati del nostro Global Gas Report, la capacità di rigassificazione a livello globale sta crescendo di circa il 6% l’anno, e continuerà ad aumentare.
Le principali manifestazioni del settore GNL si svolgono in Cina o negli Stati Uniti. Troppo ambizioso avere in Italia un evento internazionale di riferimento dedicato esclusivamente allo Small Scale LNG?
Assolutamente no, anzi. L’Italia rispetto ad altri Paesi è ancora indietro nell'uso diffuso del GNL e manifestazioni come quella di Napoli fanno bene al sistema, garantendo visibilità al settore sia rispetto agli utilizzatori finali sia a coloro che si occupano di infrastrutture e distribuzione. Accogliamo con favore il moltiplicarsi di queste iniziative a livello nazionale.