Il Comune di Civitavecchia chiede bunker senza zolfo

Il Comune di Civitavecchia ha chiesto alla Capitaneria di porto di estendere per due miglia dall’imboccatura dello scalo l’obbligo di utilizzare combustibili con lo 0,1% di tenore di zolfo per le navi in avvicinamento e in uscita, anticipando quanto già previsto dalle normative europee e nazionali a partire dal gennaio 2020 (quando il limite riguarderà tutte le acque territoriali).

Per discutere la richiesta la locale Capitaneria di porto ha organizzato lo scorso 15 febbraio una riunione presieduta dal Comandante Ammiraglio Giuseppe Tarzia, alla quale hanno partecipato, oltre al Sindaco di Civitavecchia, ing. Antonio Cozzolino e al Presidente dell’Autorità di Sistema portuale del mar Tirreno Centro Settentrionale, Avv. Francesco Di Majo, i rappresentanti delle Compagnie di armamento, delle agenzie marittime e delle società terminaliste.

Le grandi navi da crociera che scalano a Civitavecchia possono utilizzare fuori dal porto combustibili marittimi con un tenore di zolfo del 3,5%, 35 volte maggiore rispetto al Mare del Nord, al Baltico e al Canale della Manica, dove è obbligatorio lo 0,1 nelle intere acque territoriali, e no solo in porto, come in tutta Europa. Il tema è particolarmente sentito dai cittadini di Civitavecchia sui quali si riversano i fumi delle navi.

Nel corso dell’incontro Comune, Capitaneria di Porto e Autorità portuale hanno condiviso l’obiettivo della riduzione delle emissioni di zolfo valutando diverse opzioni tra le quali lo sviluppo dell’utilizzo del GNL marittimo. Come strumento per raggiungere l’obiettivo sono stati discussi l’emanazione di un’apposita Ordinanza o la sottoscrizione di un accordo volontario.

L’accordo volontario è stato indicato come la soluzione preferita dalla maggioranza dei partecipanti ed in particolare dalle compagnie armatrici. Un accordo volontario di questo tipo è già stato adottato a Venezia, con l’obbligo dello 0,1% dall’imbocco nella laguna oltre che nell’area portuale.