Un recente articolo della rivista statunitense di economia e finanza Forbes segnala il centesimo carico di GNL partito dall’impianto di liquefazione di Cheniere Energy a Sabine Pass in Louisiana sul confine con il Texas. Le spedizioni, iniziate nel gennaio 2016, hanno riguardato una ventina di paesi in Asia, America Latina, Europa, per oltre 120 milioni di tonnellate.
Con i prossimi 5 terminali previsti in funzione entro il 2020, gli Stati Uniti potrebbero arrivare a esportare un quantitativo pari al 15-17% della domanda totale interna.
Entro l’anno entrerà in funzione l’impianto di Dominion a Cove Point nel Maryland, oggi all’85% di costruzione, che sarà il secondo impianto ma il primo per l’esportazione sulla costa orientale, Dominion ha recentemente chiesto l’autorizzazione ad immettere il gas naturale nell’impianto.
Cove Point potrà ridurre il percorso verso l’Europa, ma con l'espansione del Canale di Panama, nel giugno 2016, Sabine Pass può raggiungere qualsiasi importante terminale di rigassificazione entro 25 giorni.
Per rimarcare l’importanza delle esportazioni USA di GNL la rivista segnala che lo stesso gas naturale di Montney in Canada occidentale è adesso diretto verso il Golfo degli Stati Uniti per l'esportazione verso il resto del mondo come GNL (impianti di esportazione dal Canada non sono previsti almeno fino al 2022). Nonostante l’attuale eccedenza mondiale di gas naturale, continuano gli investimenti in impianti di liquefazione. Dopo aver esportato appena l’ 1-2% di GNL nel mondo nel 2016, gli Stati Uniti entro il 2019 saliranno dalla 13a posizione alla terza, dietro Qatar e Australia.
La sovrabbondanza mondiale di GNL e la contemporanea adozione di limiti sempre più stringenti alle emissioni dei mezzi di trasporto sta favorendo l’utilizzo degli impiaghi diretti del GNL in sostituzione dei derivati del petrolio.
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