GNL di piccola taglia: migliorano ancora le prospettive di prezzo

Il recentissimo annuncio della società statale Qatar Petroleum di un aumento del 30% della produzione di GNL nei prossimi 5-7 anni è stato interpretato dalle agenzie specializzate e dalla stampa mondiale di settore come una dichiarazione di guerra dei prezzi che riguarda in primo luogo l’Asia ma che impatterà anche sull’Europa.

Già a inizio aprile - come all’epoca riportato dalla sempre attenta Sissi Bellomo sul Sole 24 Ore - il Qatar aveva annunciato un aumento di produzione del 10%, che adesso viene triplicato. Da notare che la decisione di aprile arrivò prima della visita di Trump a Riad e del consolidamento dell’alleanza degli USA con l’Arabia Saudita, ma soprattutto prima della guerra diplomatica scatenata contro il Qatar dalla stessa Arabia con Egitto, Emirati Arabi Uniti e Bahrein. Un paio di mesi prima anche della decisione dell’OPEC dell’estensione del taglio produttivo di petrolio fino a marzo 2018.

Il Qatar esporta soprattutto verso Est (Corea del Sud, Taiwan, Giappone, Cina e India), mercati sempre più minacciati dalla nuova produzione australiana e americana, mentre anche la Russia esporterà gas naturale via gasdotto in Cina dal 2019. Il mercato del GNL, anche se con consumi in crescita, è previsto abbondante fino ai primi anni del 2020, ma con questa nuova produzione del Qatar lo resterà anche oltre.

La prevalenza dell’offerta sulla domanda avrà riflessi positivi anche sul mercato europeo, che assorbirà le produzioni – in particolare americane – spiazzate in Asia. Gli arrivi di GNL dall’Atlantico aumenteranno la concorrenza con le produzioni di Norvegia, Nigeria e Algeria, con vantaggi per tutti i consumatori: prezzi più bassi, meno inquinamento e CO2. Shale GNL americano è arrivato proprio ieri in Gran Bretagna.

Secondo gli analisti, la nuova produzione del Qatar sarà avviata senza essere prima contrattualizzata e quindi si rivolgerà soprattutto al mercato spot, rappresentato prevalentemente dai nuovi consumi, tipicamente quelli del GNL di piccola taglia, per i trasporti marittimi e terrestri.

Per lo sviluppo delle infrastrutture del GNL marittimo Qatar e Shell, i due leader mondiali della vendita di metano liquido, hanno firmato pochi giorni fa un accordo di collaborazione che prevede una domanda di 50 milioni di tonnellate entro il 2030. Qui la notizia http://www.conferenzagnl.com/shell-qatar-petroleum-assieme-bunker-marittimo-gnl-livello-globale/

Alla strategia dell’Opec che mira a ridurre l’offerta mondiale di petrolio per farne salire il prezzo, il Qatar – che ha i costi di estrazione e produzione del GNL più bassi al mondo – contrappone un aumento dell’offerta indirizzata al mantenimento delle tradizionali quote di mercato e alla conquista di quelle nuove.

Più che di guerra dei prezzi all’interno del mercato del GNL siamo probabilmente di fronte alla prima esplicita dichiarazione di guerra del gas al petrolio anche nei suoi utilizzi più tipici, i trasporti e la petrolchimica. E questo potrebbe spiegare anche l’ostracismo dei paesi arabi ricchi di petrolio a quello tra loro più ricco di gas (senza ovviamente voler sottovalutare l’accusa di aiuto al terrorismo che ha ufficialmente motivato l’iniziativa guidata da Arabia Saudita ed Egitto).