Per la rubrica "3 domande a..." abbiamo intervistato Roberto Roasio, Business Development Manager di Ecomotive Solutions, prima azienda in Italia ad aver ottenuto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’omologazione per la trasformazione di veicoli diesel in mezzi dual fuel fino alla categoria EURO6.
Ecomotive Solutions è attiva in molti ambiti della mobilità: quanto pesa il settore stradale e che prospettive per il piccolo naviglio ?
Siamo attivi con il nostro sistema di retrofit ormai in quasi tutti gli ambiti della mobilità, è stata una progressione naturale, ogni mezzo che utilizza il Diesel è un nostro target potenziale. Ricordo che portammo il nostro prototipo di trattore agricolo a metano liquido nella scorsa edizione della ExpoGNL e il passaggio anche alla cosiddetta navigazione minore è venuto spontaneo. Difficile quantificare l’impegno per ambiti, la ricerca e lo sviluppo che caratterizzano la nostra impresa sono attività orizzontali. Tra l’altro stiamo diventando anche produttori di motori industriali, con trasformazioni a ciclo 8 di motori Diesel fino 500 kW da cui otteniamo ottimi motori a gas. Il settore marittimo sappiamo che ci darà grandi soddisfazioni appena si supereranno alcuni ostacoli “burocratici”, superati ormai nel settore stradale. Poi non c’è solo l’ambito costiero e portuale, lavoriamo su imbarcazioni di 24 metri di lunghezza, molto interessanti anche per il lacustre e fluviale, dove siamo impegnati in un paio di progetti.
Che relazione c’è tra crescita della domanda di full GNL e dual fuel ?
Il full GNL nei trasporti pesanti implica la sostituzione della motrice, e questo oggi se lo possono permettere solo le grandi flotte, spinte anche dai clienti che vogliono trasporti “green” per i propri prodotti, soprattutto se alimentari. Poi c’è il grandissimo mercato dei piccoli trasportatori e delle flotte minori, che spesso operano anche per le grandi e che quindi dovranno anch’esse adeguarsi alle esigenze ambientali dei clienti. Questi trasportatori si stanno rivolgendo a noi perché non sono in grado di affrontare la spesa della nuova motrice, e sono più attenti all’ammortamento completo degli investimenti. Il full GNL ha il merito di avere aperto il mercato, passato in pochi anni da esperimento a pratica quotidiana.
Che ostacoli vedete per la piena affermazione del GNL nel trasporto pesante?
Nella nostra visione riteniamo superato, almeno per il centro nord, il problema principale degli scorsi anni, che era il ritardo nella realizzazione delle stazioni di servizio. Entro quest’anno arriveremo ad almeno 15 stazioni ed entro il 2018 saremo oltre le 20. Da fanalino di coda diventeremo i primi in Europa. Resta la difficoltà di portare il GNL nel Sud del Paese, ma qui la soluzione migliore secondo noi è spingere sulla produzione del BioGNL, che potrebbe benissimo rimpiazzare come volumi e anche prezzo, con gli incentivi previsti, l’assenza di grandi depositi. Quello che manca per la piena affermazione della filiera del GNL nei trasporti è il riconoscimento ufficiale dell’impegno, anche finanziario, che gli operatori del settore stanno mettendo per avere trasporti a basso impatto. Ci sembra ormai indispensabile identificare la “categoria di veicoli ecologici”, attribuendo una specie di bollino verde con cui potersi subito far riconoscere. Prima si fa e meglio è perché potrà indurre imitazioni virtuose, ampliare ulteriormente il mercato e far scendere ancora i prezzi.