Con la fine del 2018 sembra esaurita la rincorsa dell’Italia sulla Spagna nel rifornimento del gas naturale liquido per i camion. Anzi, con 38 stazioni di servizio attive al 31 dicembre, recensite da REF-E, il nostro Paese si pone al primo posto nel Continente, compresa la Russia europea. E questo traguardo riguarda solo metà Paese; sotto Roma gli impianti sono due! E siamo all’assurdo di una nave traghetto - la Elio di Caronte e Tourist - costretta ad inquinare lo Stretto di Messina perché non c’è modo di rifornirsi di GNL.
Guardando agli impianti già in costruzione e a quelli in progetto questo primato dovrebbe consolidarsi nel 2019, favorito dalla decisione finale di investimento del deposito costiero Edison-Pir di Ravenna, che potrà rifornire con facilità la fascia costiera adriatica. E mentre nel Tirreno può pesare per tutti gli usi del GNL la presenza di fornitori alternativi come Marsiglia e Barcellona (presto anche per i rifornimenti marittimi) nell’Adriatico al momento non si vede concorrenza.
Il ritardo nella realizzazione dei depositi costieri sta portando allo sviluppo di tecnologie di mini e micro liquefazione, con la possibilità che il loro sviluppo e le economie di scala ne rendano confrontabile il costo con quello del rifornimento dai grandi liquefatori. A spingere questa tendenza anche l’opportunità rappresentata dal bioGNL, con impatto ambientale zero. Quest’ultimo, se miscelato con il convenzionale, può rendere il GNL compatibile con i limiti alle emissioni climalteranti previste in certi settori al 2030 ed in altri, come nel marittimo, al 2050.
A tale aspettativa - numerosi ormai i progetti in tal senso non solo in Italia - può sommarsi la “sorpresa” della diffusione delle tecnologie “power to LNG”, la produzione di gas naturale sintetico vista come alternativa alle batterie chimiche e ad altri sistemi di stoccaggio dell’energia (a fronte degli eccessi produttivi stagionali e giornalieri delle fonti rinnovabili elettriche).
Un forte impegno in questi nuovi terreni caratterizza l’operatore nazionale italiano di gasdotti e stoccaggi geologici SNAM, che senza comprimere i piccoli e medi produttori indipendenti, portatori di innovazione e concorrenza, può diventare un leader europeo e mondiale, risolvendo il problema del rifornimento massivo di GNL soprattutto al Sud. E Sud vuol dire Canale di Sicilia, dove nonostante gli alti e bassi dei commerci mondiali il traffico marittimo continua a crescere.
Ma un po’ tutto il mondo tradizionale della distribuzione del gas naturale, di fronte al previsto calo dei consumi dovuti alla maggiore efficienza energetica e altre soluzioni tecnologiche come le pompe di calore, le piastre elettriche e l’informatizzazione che traina l’elettrificazione, guarda con interesse all’uso del GNL nei trasporti e altri usi, anche con la liquefazione da gasdotto, associato al bioGNL.
Di grande interesse per il prossimo anno i quadri programmatici internazionali e nazionali. Manca ormai meno di un anno all’entrata in vigore del limite dello 0,5% di tenore di zolfo nei combustibili marittimi, che riguarderà tutti i mari nel mondo, non solo pochi di essi o le 12 miglia delle fasce costiere. Certamente le prime scelte degli armatori sono i filtri ai camini e il gasolio 0,5 e solo per alcune nuove grandi navi il GNL.
Gli investimenti per il passaggio al GNL marittimo sono molte volte maggiori rispetto a quelli del settore terrestre, così come la vita utile degli impianti e dei mezzi e quindi politiche di rinnovo a più a lungo termine, ma la tendenza alla progressiva sostituzione dei derivati petroliferi con il GNL nei trasporti pesanti e marittimi è ormai assodata ed è stata ribadita anche nel recente G20, così come negli ultimi provvedimenti europei sui limiti alle emissioni inquinanti, non solo a quelle climalteranti.
Nello stesso senso anche il recentissimo Piano italiano Energia e Clima, inviato a Bruxelles come obbligo per tutti i Paesi europei, e di cui daremo conto ai nostri lettori nei prossimi giorni, che nell’arco di un anno dovrà poi confluire nel grande piano Energia e Clima europeo. L’Italia dovrà adesso impegnarsi a Bruxelles per uno sviluppo continentale coerente e condiviso, com’è suo interesse nazionale.
Ma su tutto questo e molto altro – come l’uso del GNL nel trasporto ferroviario, spaziale, nella metanizzazione delle aree isolate come la Sardegna, i Balcani, il Nord Africa – avremo modo di fare il punto e analizzare le prospettive per gli anni ’20 del secolo nella quinta Conferenza Internazionale e terzo ExpoGNL del 15 e 16 maggio di quest’anno a Napoli.